Seno Controlaterale

Che cos'è

L’adeguamento del seno controlaterale è talvolta necessario per ottenere una simmetria di volume e posizione tra le due mammelle.

La sua necessità è minore nelle ricostruzioni del seno con tessuti autologhi (DIEP) rispetto a quelle con espansore e protesi.

Il Prof. Santanelli di Pompeo è in assoluto il primo chirurgo ad adeguare il seno controlaterale durante lo stesso intervento di ricostruzione mammaria, quando però per la ricostruzione del seno si utilizzano i tessuti autologhi, conseguendo ottimi risultati.

Questa strategia consente talvolta di ridurre tutto l’iter chirurgico ad un tempo unico che prevede, la mastectomia, la ricostruzione del seno, la ricostruzione del neocapezzolo e l’adeguamento della mammella controlaterale.

Ciò è talvolta possibile anche se si usano tecniche miste quale il lembo Gran Dorsale con protesi, in particolare se in presenza di notevole asimmetria residua.

Meno percorribile in caso di ricostruzione con espansore e protesi.

Mastoplastica Riduttiva

Si esegue quando la ricostruzione del seno non consente di ottenere un risultato volumetricamente simmetrico al controlaterale.

L’intervento determina una riduzione del volume mammario con un contemporaneo sollevamento e maggiore consistenza della mammella attraverso una riduzione della ghiandola e della cute mammaria in eccesso.

Esistono diversi gradi di “Ipertrofia mammaria” correggibili con diverse tecniche di “Mastoplastica riduttiva” e con esiti cicatriziali più o meno ampi, a seconda della quantità di volume da ridurre.

La tecnica ideale per la paziente viene discussa e decisa con il chirurgo durante la visita preliminare anche a secondo dell’intervento ricostruttivo sul seno controlaterale.

Di solito non sono necessari i drenaggi ma solo in caso di particolare sanguinamento il chirurgo potrà decidere di porre un drenaggio in aspirazione.

Le cicatrici che ne conseguono sono rappresentate da una cicatrice circolare intorno all’areola, una nel solco sottomammario ed una verticale che le unisce.

Sono permanenti, sebbene tendano a rendersi meno evidenti con il passare del tempo.

Solitamente la cicatrice periareolare ben si confonde con la cute dell’areola, quella verticale guarisce bene e diventa poco visibile e quella orizzontale posizionata nel solco sarà completamente nascosta dal polo inferiore della mammella.

Mastoplastica additiva

Si esegue non solo quando la ricostruzione del seno non consente di ottenere un risultato volumetricamente simmetrico al controlaterale ed è necessario un aumento, ma soprattutto per rendere simile il futuro comportamento di entrambe le mammelle, quella ricostruita e la controlaterale.

Solitamente avviene in corso di ricostruzione monolaterale con espansore e protesi di mammelle di piccole dimensioni.

Infatti per evitare che il seno ricostruito, quindi prevalentemente in silicone, si comporti nel tempo (ptosi, escursione ponderale) diversamente da quello non operato, si preferisce inserire una protesi anche in quest’ultimo, in modo da adeguare i due comportamenti.

L’intervento quindi produce un aumento del volume e della consistenza del seno controlaterale mediante l’introduzione di una protesi al silicone.

Esistono diverse forme di protesi, a seconda del tipo di difetto da correggere si potrà utilizzare una protesi di forma tradizionale rotonda o di forma “anatomica” con profilo a goccia.

La misura ideale delle protesi viene discussa e decisa con il chirurgo durante la visita preliminare, prendendo attentamente in considerazione diversi fattori limitanti quali: le dimensioni del tessuto mammario/adiposo in grado di coprire le protesi; l’elasticità cutanea idonea per ospitare il volume protesico; la forma del torace idonea per un risultato armonico.

A seconda del volume e della protesi scelta, ed in base alle esigenze e caratteristiche individuali della paziente, l’impianto potrà essere inserito attraverso un’incisione (circa 5 cm) nel solco sottomammario o nell’emicirconferenza inferiore dell’areola (rotonda o anatomica) oppure nel cavo ascellare (rotonda).

Attraverso l’incisione il chirurgo posizionerà la protesi in una tasca allestita sotto la ghiandola mammaria se il volume mammario e lo strato adiposo sono sufficienti a coprire l’impianto, oppure più in profondità sotto il muscolo Gran Pettorale nelle pazienti molto magre e con ghiandola scarsamente rappresentata.

Infine i tessuti profondi e la cute saranno suturati, solitamente non è necessario inserire un drenaggio.

Mastopessi

La Mastopessi è una correzione necessaria a sollevare il seno controlaterale, fornendo anche una maggiore consistenza, attraverso una riduzione della cute mammaria.

Sono candidate a tale correzione le mammelle che abbiano assunto una posizione più bassa rispetto all’originale a seguito della gravidanza o dell’allattamento.

Esistono diversi gradi di ptosi mammaria, da 1 a 4, correggibili con diverse tecniche con altrettanti differenti esiti cicatriziali, più o meno ampi, a seconda appunto del grado di difetto da correggere.

La tecnica più idonea viene pertanto scelta prendendo in considerazione alcuni fattori quali: l’ampiezza di cute da ridurre, l’elasticità della cute residua e l’entità del sollevamento da ottenere per conseguire la simmetria.

L’intervento se non eseguito in contemporanea con la ricostruzione del seno, solitamente dura circa 45 minuti, viene eseguito in anestesia generale senza inserimento di drenaggi, tranne che in caso di particolare sanguinamento.

Che cos'è

L’adeguamento del seno controlaterale è talvolta necessario per ottenere una simmetria di volume e posizione tra le due mammelle.

La sua necessità è minore nelle ricostruzioni del seno con tessuti autologhi (DIEP) rispetto a quelle con espansore e protesi.

Il Prof. Santanelli di Pompeo è in assoluto il primo chirurgo ad adeguare il seno controlaterale durante lo stesso intervento di ricostruzione mammaria, quando però per la ricostruzione del seno si utilizzano i tessuti autologhi, conseguendo ottimi risultati.

Questa strategia consente talvolta di ridurre tutto l’iter chirurgico ad un tempo unico che prevede, la mastectomia, la ricostruzione del seno, la ricostruzione del neocapezzolo e l’adeguamento della mammella controlaterale.

Ciò è talvolta possibile anche se si usano tecniche miste quale il lembo Gran Dorsale con protesi, in particolare se in presenza di notevole asimmetria residua.

Meno percorribile in caso di ricostruzione con espansore e protesi.

Mastoplastica Riduttiva

Si esegue quando la ricostruzione del seno non consente di ottenere un risultato volumetricamente simmetrico al controlaterale.

L’intervento determina una riduzione del volume mammario con un contemporaneo sollevamento e maggiore consistenza della mammella attraverso una riduzione della ghiandola e della cute mammaria in eccesso.

Esistono diversi gradi di “Ipertrofia mammaria” correggibili con diverse tecniche di “Mastoplastica riduttiva” e con esiti cicatriziali più o meno ampi, a seconda della quantità di volume da ridurre.

La tecnica ideale per la paziente viene discussa e decisa con il chirurgo durante la visita preliminare anche a secondo dell’intervento ricostruttivo sul seno controlaterale.

Di solito non sono necessari i drenaggi ma solo in caso di particolare sanguinamento il chirurgo potrà decidere di porre un drenaggio in aspirazione.

Le cicatrici che ne conseguono sono rappresentate da una cicatrice circolare intorno all’areola, una nel solco sottomammario ed una verticale che le unisce.

Sono permanenti, sebbene tendano a rendersi meno evidenti con il passare del tempo.

Solitamente la cicatrice periareolare ben si confonde con la cute dell’areola, quella verticale guarisce bene e diventa poco visibile e quella orizzontale posizionata nel solco sarà completamente nascosta dal polo inferiore della mammella.

Mastoplastica additiva

Si esegue non solo quando la ricostruzione del seno non consente di ottenere un risultato volumetricamente simmetrico al controlaterale ed è necessario un aumento, ma soprattutto per rendere simile il futuro comportamento di entrambe le mammelle, quella ricostruita e la controlaterale.

Solitamente avviene in corso di ricostruzione monolaterale con espansore e protesi di mammelle di piccole dimensioni.

Infatti per evitare che il seno ricostruito, quindi prevalentemente in silicone, si comporti nel tempo (ptosi, escursione ponderale) diversamente da quello non operato, si preferisce inserire una protesi anche in quest’ultimo, in modo da adeguare i due comportamenti.

L’intervento quindi produce un aumento del volume e della consistenza del seno controlaterale mediante l’introduzione di una protesi al silicone.

Esistono diverse forme di protesi, a seconda del tipo di difetto da correggere si potrà utilizzare una protesi di forma tradizionale rotonda o di forma “anatomica” con profilo a goccia.

La misura ideale delle protesi viene discussa e decisa con il chirurgo durante la visita preliminare, prendendo attentamente in considerazione diversi fattori limitanti quali: le dimensioni del tessuto mammario/adiposo in grado di coprire le protesi; l’elasticità cutanea idonea per ospitare il volume protesico; la forma del torace idonea per un risultato armonico.

A seconda del volume e della protesi scelta, ed in base alle esigenze e caratteristiche individuali della paziente, l’impianto potrà essere inserito attraverso un’incisione (circa 5 cm) nel solco sottomammario o nell’emicirconferenza inferiore dell’areola (rotonda o anatomica) oppure nel cavo ascellare (rotonda).

Attraverso l’incisione il chirurgo posizionerà la protesi in una tasca allestita sotto la ghiandola mammaria se il volume mammario e lo strato adiposo sono sufficienti a coprire l’impianto, oppure più in profondità sotto il muscolo Gran Pettorale nelle pazienti molto magre e con ghiandola scarsamente rappresentata.

Infine i tessuti profondi e la cute saranno suturati, solitamente non è necessario inserire un drenaggio.

Mastopessi

La Mastopessi è una correzione necessaria a sollevare il seno controlaterale, fornendo anche una maggiore consistenza, attraverso una riduzione della cute mammaria.

Sono candidate a tale correzione le mammelle che abbiano assunto una posizione più bassa rispetto all’originale a seguito della gravidanza o dell’allattamento.

Esistono diversi gradi di ptosi mammaria, da 1 a 4, correggibili con diverse tecniche con altrettanti differenti esiti cicatriziali, più o meno ampi, a seconda appunto del grado di difetto da correggere.

La tecnica più idonea viene pertanto scelta prendendo in considerazione alcuni fattori quali: l’ampiezza di cute da ridurre, l’elasticità della cute residua e l’entità del sollevamento da ottenere per conseguire la simmetria.

L’intervento se non eseguito in contemporanea con la ricostruzione del seno, solitamente dura circa 45 minuti, viene eseguito in anestesia generale senza inserimento di drenaggi, tranne che in caso di particolare sanguinamento.